Esistono vini capaci di farti immaginare immediatamente il posto di provenienza grazie alla loro identità e alla loro profondità. Nel caso di specie siamo in Alto Adige, precisamente a Montagna, provincia di Bolzano, l’azienda in questione è Pfitsher e i vini degustati sono il loro Lagrein Rivus e il Chardonnay Arvum. Produttori di vino fin dal 1861, durante questi 150 anni hanno rivoluzionato completamente il loro concetto di produzione del vino ed in particolare Klaus Pfitsher 40 anni fa, comprese l’importanza dell’evoluzione e puntò alla vinificazione di vitigni più ambiziosi e particolari della zona.
L’azienda poi , nel 2011, ha realizzato una nuova tenuta a una certa distanza dal paese, tenendo in mente soprattutto una cosa fondamentale ; la Natura doveva far parte della costruzione, senza turbarne la bellezza e mantenendo la massima funzionalità. La struttura stessa, inoltre, doveva rimanere sullo sfondo lasciando spazio ai veri protagonisti il paesaggio e il vino. Grazie al suo immenso fronte vetrato nella sala degustazione si apre un panorama mozzafiato sulla Bassa Atesina e sui monti che la circondano. Degustare cosi è veramente un privilegio ed essere ospiti dei Pfitscher è un onore. Diretti e sinceri come i loro vini, lavorano in sintonia con l’obiettivo comune di offrire sempre il meglio a chi, amante del vino, si ferma per una visita e per acquistare le loro etichette capaci di conquistare con il proprio fascino naturale. Daniel, responsabile commerciale e marketing ci ha condotti in modo esemplare spiegandoci tutte le fasi di produzione e tutta la loro storia e le loro idee. Dopo aver assaggiato il loro favoloso Pinot noir Matan e il Sauvignon Blanc Riserva Mathias, decido di acquistare il Lagrein Rivus e il sauvignon blanc Arvum ed eccomi qui qualche anno più tardi ad apprezzarne le caratteristiche, nell’intimità di casa ma con impresso negli occhi il ricordo di quelle montagne meravigliose in un pomeriggio d’ Agosto.
Il Lagrein Rivus 2019 , dalle intense tonalità rubino con riflessi amaranto al naso sprigiona sensazioni speziate e fruttate. In bocca il mirtillo la violetta e la mora sono ancora succose cosi come la freschezza del sorso, lungo e piacevole. Proveniente da viti in parte quasi centenarie, possiede un tannino importante. La sua lavorazione prevede un costante rimescolamento del cappello di vinaccia a temperatura controllata, in botti d’acciaio inox. Successivamente svolge un affinamento di sei mesi in piccole botti di rovere e di qualche mese in bottiglia. Buono da solo, ma ottimo in abbinamento per esempio con un filetto al sangue, è un vino versatile ed energico.
Discorso un po’ diverso per lo Chardonnay Arvum. Vino bianco paglierino con riflessi che virano verso l’oro, è fresco ed elegante con un naso delicato di frutta esotica che va dall’ananas ma anche alla mela matura e alla noce pecan. La bocca di arricchisce anche di una speziatura dolce di vaniglia nera e burro d’arachidi. Riposa in botti d’acciaio e barrique a 18° C. in questo caso l’abbinamento che più ho apprezzato è stato un buon pollo al curry che con la particolare speziatura del piatto, andava a richiamare quella nel bicchiere.
Vini ottimi, azienda esemplare, esperienza sicuramente da ripetere!