Ho avuto l’onore di degustare (e annotare) – comodamente seduto in sala stampa – tutte le 81 Vernaccia di San Gimignano presentate dal Consorzio all’Anteprima del 19 febbraio scorso. In base alle mie note di degustazione, mi sono divertito a fare il punto di cosa sia oggi la Vernaccia di San Gimignano e, alla fine delle mie tante elucubrazioni, ho stilato anche una personalissima classifica, basata sui campioni in degustazione, 21 dei quali erano della tipologia Riserva.
La Vernaccia di San Gimignano – a meno che non sia della tipologia Riserva – non richiede alcun invecchiamento e infatti il 65% delle etichette d’annata presentate all’Anteprima proveniva dall’ultima vendemmia, quella del 2019, mentre il 35% era costituito da vendemmie precedenti (2018, 2017, 2016 e persino 2015). La tipologia Riserva ha invece un requisito minimo di invecchiamento di 11 mesi a partire dal 1° gennaio successivo alla vendemmia, lasciando totale libertà sull’impiego dei legni. Sembra tuttavia che la maggior parte dei produttori preferisca prolungare questo periodo, dato che solo 1/3 delle Riserve presentate erano della vendemmia 2018, mentre le altre erano ovviamente invecchiate per più anni.
Sulla base di tutti gli assaggi, ecco il quadro generale che ho fatto dei vini della denominazione.
L’aspetto visivo della Vernaccia di San Gimignano
Dal punto di vista dell’intensità del colore, in generale la Vernaccia di San Gimignano non ha un’alta intensità colorante. Solo il 10% dei vini d’annata e il 29% delle Riserve hanno intensità profonda, la maggior parte ha un’intensità media o addirittura tenue.
Dal punto di vista della tonalità del colore, ho suddiviso i vini in base al colore predominante fra giallo verdolino, giallo paglierino e giallo dorato: ebbene, il colore prevalente è il giallo paglierino (65% del totale dei campioni, 81% dei Riserva). Tra i vini d’annata, 1/3 è giallo verdolino (soprattutto del 2019) e 2/3 paglierino.
I profumi della Vernaccia di San Gimignano
A prescindere dalle valutazione su intensità, complessità, evoluzione e finezza, mi sono concentrato per individuare quali fossero i profumi più ricorrenti e ho concluso che, in generale, la Vernaccia di San Gimignano ha profumi fruttati, con frequenti note floreali e di erbe aromatiche. Molto più variegati, ovviamente, i profumi della tipologia Riserva, in cui troviamo spesso anche altri sentori, compresi quelli speziati e tostati.
Fra i profumi fruttati prevalgono quelli di frutti a polpa bianca (mela, pera, uva spina), sia per i vini d’annata (63%) che per i Riserva (43%) e in entrambe le tipologie ricorrono frequentemente note di agrumi (42%). Nella tipologia d’annata è molto ricorrente anche la frutta a polpa gialla (pesca, albicocca). Nella tipologia Riserva oltre metà dei campioni ha profumi di frutta secca (mandorla, noce, pinolo, pistacchio), che ho trovato invece solo nel 17% dei vini d’annata. Il 16% degli 81 campioni ha profumi di frutta esotica (ananas, melone, passion fruit, banana, mango). Un ricordo di canditi è presente nel 20% dei vini Riserva, mentre l’ho sentito una volta sola fra i vini d’annata.
I profumi floreali (acacia, tiglio, sambuco, biancospino, ginestra) sono presenti in oltre la metà dei vini, soprattutto in quelli d’annata (65%). Anche i profumi di erbe aromatiche (lemongrass, salvia, timo, menta, melissa, tè, ortica, fieno) compaiono in più della metà dei campioni, sia nel caso di Riserva che di annata.
Metà dei vini Riserva ha note speziate (vaniglia e anice soprattutto), poco frequenti invece nei vini d’annata (17%). Le note tostate, praticamente assenti dai vini d’annata (solo 1 su 60), ricorrono in una Riserva su quattro. Nelle Riserve ho riscontrato con grande frequenza (67%) altri profumi, da attribuire alla maggior evoluzione, come miele, burro, pietra focaia, biscotto, conchiglia, yogurt, propoli e idrocarburo.
Il gusto della Vernaccia di San Gimignano
Nella mia degustazione, facendo una media delle percezioni rilevate, la Vernaccia di San Gimignano è risultata un vino di media struttura, tendenzialmente morbido, con discreto livello di freschezza e sapidità e finale di frutta fresca.
Il 65% dei campioni ha struttura media. Fra i vini d’annata ve n’è un 25% di poco strutturati e rari casi di struttura piena, mentre le Riserve hanno sempre struttura media o piena.
La percezione dell’acidità è bassa solo nel 15% dei campioni, mentre il 59% ha acidità media e il 26% alta. È interessante notare che i vini con un’alta percezione dell’acidità salgono al 38% nel caso delle Riserve…
La sapidità che viene spesso ascritta alla Vernaccia di San Gimignano ricorre a livello medio nel 57% dei campioni e a livello basso solo nel 15%. Il 28% ha un livello alto di sapidità e questa percentuale sale al 33% fra le Riserve (una su tre ha una spiccata sapidità).
Solo il 6% dei campioni ha una bassa percezione di morbidezza, che è media nel 64% dei casi e decisa nel 30% dei campioni e nel 38% delle Riserve.
Il finale di bocca è quasi sempre fruttato, soprattutto di frutta fresca (32%) e in gran parte anche di agrumi (27%), mentre è solo sporadico il finale di frutta secca (9%). In base a questa mia esperienza, la proverbiale nota di mandorla finale non è poi così ricorrente, mentre ho trovato alcuni vini con sensazioni balsamiche, boisé e minerali in chiusura di bocca.
Conclusione
Il tempo fa bene alla Vernaccia di San Gimignano. È nelle versioni più invecchiate che troviamo maggior complessità e definizione aromatica ed è soprattutto col tempo che questi vini guadagnano personalità autentica, ovvero tipicità: quelli dell’ultima annata presentano – a pochissimi mesi dalla vendemmia – tratti semplici, disomogenei e talvolta anche un po’ naïf.
A riprova che il fattore tempo è un requisito fondamentale, ho valutato buone tutte le Riserve, metà delle quali ottime o eccellenti. Al contrario, ho trovato vini interessanti, vini entusiasmanti e vini ben fatti anche fra i vini d’annata, affiancati però da altri molto semplici e talvolta mediocri. Nei vini d’annata c’è molta variabilità – non solo per la presenza di vendemmie diverse, ma anche per il diverso stile di vinificazione – ed è più difficile trovare, secondo me, marker distintivi che possano caratterizzare un profilo originale del vino.
Un altro fattore di variabilità è dovuto senz’altro alla possibilità di includere nell’uvaggio il 15% di altri vitigni, che nel vino giovane incidono maggiormente dal punto di vista organolettico, col rischio di offuscare la tipicità del vino. Inoltre, in qualche campione è evidente anche una prolungata macerazione, il cui effetto (al di là del gradimento) è quello di far prevalere lo stile di vinificazione rispetto al vitigno o al territorio, sminuendo di nuovo la tipicità del vino.
Gli assaggi migliori (classifica personalissima)
1. Montenidoli, Vernaccia di San Gimignano Carato 2016 –Paglierino luminoso. Al naso caprifoglio, lemongrass, pompelmo, pera matura, marzapane, anice, erbe da tisana, note salmastre e un accenno di idrocarburo. Gusto intenso, scattante, con discreta freschezza e ottima salinità. Scorre con dinamismo e ha un finale sostenuto di frutta esotica.
2. Il Colombaio di Santa Chiara, Vernaccia di San Gimignano Campo della Pieve 2018 – Paglierino luminoso. Intenso al naso, con pompelmo, timo, anice, tè verde, corbezzola e un accenno di pietra focaia. Strutturato con gustosa acidità fruttata e discreta sapidità che si lega al finale di agrumi e balsamico.
3. Cesani, Vernaccia di San Gimignano Riserva Sanice 2017 – Giallo dorato. Naso entusiasmante di fiori di ginestra, pesca matura e in confettura, buccia di pompelmo, burro fuso, nocciola tostata, melissa, genepì, mandola. Gusto pieno e sprizzante di brio, con struttura importante. È vibrante per la freschezza e la sapidità che emerge al centro bocca. Lunga chiusura con un tocco di liquirizia.
4. Casa Lucii, Vernaccia di San Gimignano Riserva Mareterra 2015 – Paglierino luminoso con riflesso dorato. Impatto grandioso al naso, che ricorda un Borgogna bianco per intensità e timbro aromatico: nocciolina, burro fuso, ginestra, erbe aromatiche, semi di anice, pesca in confettura, pompelmo rosa. Morbido e sapido, lungo e dinamico, con chiusura di frutta secca; ha anche una leggera astringenza.
5. Il Colombaio di Santa Chiara, Vernaccia di San Gimignano Riserva L’Albereta 2017 –Paglierino tenue luminoso. Naso accattivante di rosa, salvia, mela, pera, pesca, pietra focaia, pompelmo. Gusto deciso e lineare, fresco, agrumato e sapido-minerale. Ha quasi un grip a centro bocca, ricorda lieviti e propoli nella lunga chiusura.
6. San Benedetto, Vernaccia di San Gimignano Riserva 2017 – Paglierino tenue. Si sentono burro, vaniglia, pesca sciroppata, miele di acacia; si ravviva con un tocco di bergamotto, foglie di tè e persino una punta di pistacchio. Pieno, strutturato, morbido. Lo sviluppo aromatico importante muove dal fruttato verso il balsamico, arricchendosi nel retrogusto con amplificazione, ma senza pesantezza.
7. Teruzzi, Vernaccia di San Gimignano Riserva Sant’Elena 2017 – Fra il paglierino e il verdolino, luminoso. Leggermente erbaceo di ortica e verbena, poi mandarino verde, mela, uva spina, ananas fresco, appena un tocco di mandorla e ricordo boisé. Bocca decisa, equilibrata, con freschezza agrumata vivace, buona salinità marina. Sottile e lungo, elegante nello svolgimento tutto verticale e aereo. Un finto semplice!
8. Casa Lucii, Vernaccia di San Gimignano 2019 – Giallo paglierino con riflesso verdolino. Profumo scandito con importante fragranza floreale di tiglio e acacia, poi pesca nettarina e un tocco di erbe alpine. Morbido e vibrante, con freschezza gustosa e ottima sapidità, che caratterizza il gusto e prolunga la persistenza di melone e pesca gialla.
9. Montenidoli, Vernaccia di San Gimignano Tradizionale 2018 – Giallo dorato. Fieno, mela grattugiata, quasi champignons, scorza di lime, erbe aromatiche secche, maggiorana, mandorla, noce. Molto gustoso, sapido, con discreta freschezza, buona struttura. Lungo e dinamico nello sviluppo che alterna agrumi, pesca e citronella. Risulta anche leggermente astringente.
10. Cappellasantandrea, Vernaccia di San Gimignano Riserva Prima Luce 2017 – Giallo dorato intenso. Al naso sembra una caramella, evoca miele, canditi e marzapane, poi origano fresco, pietra focaia; ricco, ma prevalentemente dolce e burroso. Bocca galoppante, con buona freschezza e sapidità, importanti struttura e persistenza. Tendenzialmente equilibrato dalla morbidezza.
11. Montenidoli, Vernaccia di San Gimignano Fiore 2018 – Paglierino tenue. Naso intrigante con ginestra, caprifoglio, mela gialla, cedro, con un accenno di pietra focaia e erba limoncina. Impatto morbido, discreta freschezza, delicata sapidità, leggero grip, lungo finale balsamico e floreale, con sfondo di buccia di pompelmo.
12. Panizzi, Vernaccia di San Gimignano Vigna Santa Margherita 2018 – Paglierino tenue. Fruttato delicato: mela matura, quasi in composta, pesca macerata nel vino, un tocco di vaniglia, poi ginestra. Bocca rotonda, grassa e minerale. È sapido! Lungo su sensazioni di agrumi e pietra focaia, anche una leggera liquirizia.
13. Casa alle Vacche, Vernaccia di San Gimignano 2019 – Paglierino-verdolino. Ben scandito al naso con biancospino, lime e pera croccante, poi lemongrass. Bocca gustosa intensa, ha freschezza fruttata in equilibrio che lascia emergere una discreta sapidità. Personalità ben definita e apprezzabile persistenza.
14. Fornacelle, Vernaccia di San Gimignano Riserva Fiora 2018 – Paglierino-dorato. Profumo intenso di scorza di limone, mela grattugiata, composta di pera, nocciola, pinolo, vaniglia, yogurt. Ha pienezza di gusto, che è morbido con leggero grip, un po’ boisé, con liquirizia e frutta secca nel finale.
15. Il Palagione, Vernaccia di San Gimignano Lyra 2017 – Paglierino tenue. Maturo nei profumi fruttati di pesca e ananas, gelatina di frutta, mimosa, vaniglia. Morbido e sapido. Intenso e persistente con chiusura di pompelmo.
16. La Lastra, Vernaccia di San Gimignano Riserva 2018 – Paglierino tenue luminoso. Tiglio, pesca gialla, arancia, pane tostato, biscotto, fieno, tè, mandorla. Buona struttura ed equilibrio; è sapido, deciso e persistente, con chiusura di pompelmo.
17. Macinatico-Massi, Vernaccia di San Gimignano Riserva Massi 2018 – Paglierino intenso. Naso maturo di marzapane e canditi, burro fuso e vaniglia, orzata; ricorda una cassata. Strutturato e morbido, con bassa acidità, buona sapidità e finale ammandorlato.
18. San Benedetto, Vernaccia di San Gimignano 2018 – Verdolino tenue. Al naso prevale il fruttato: pesca e arancia mature, un tocco di melone. Semplice ma compiuto. Equilibrato con media freschezza, molto gustoso, soffice nella trama, sapido. Finale di pesca e arancia.
19. San Donato, Vernaccia di San Gimignano Angelica 2018
Paglierino. Naso importante: pesca, biscotto, fiori, nocciola, burro, foglia di limone e miele sullo sfondo. Morbido, avvolgente, caldo, con un leggero ricordo boisé.
20. Casa alle Vacche, Vernaccia di San Gimignano Riserva Crocus 2017
Paglierino-dorato intenso. Ginestra, ginger, canditi, papaia essiccata, erbe da tisana. Strutturato, morbido, chiusura di miele e arachide tostato.