La lezione in Alma di una mattina di Aprile prevede una degustazione alla cieca di 6 Barolo. Le aspettative sono alte: i vini risultano tutti rappresentativi e importanti, ma nessuno di noi degustatori alle prime armi si lascia spaventare, finché non arriviamo all’ultimo. Appena quel vino entra nei calici, un improvviso silenzio riempie l’ambiente e crea un particolare entusiasmo, che solletica la curiosità di tutti.

Quel sesto vino misterioso si presenta nel calice con un colore più profondo di tutti gli altri e al naso iniziamo a capire che stiamo vivendo un incontro speciale. Profumo di succo di albicocca e ciliegia macerata, e molto altro, poi arrivano la liquirizia e il pepe. Ruoto il calice e i frutti di bosco, soprattutto il lampone, si fanno sentire, insieme alle tipiche e suadenti note floreali di rosa e di violetta. Si percepisce ricchezza, pienezza e potenza, ma in una naturale eleganza. All’ingresso in bocca, l’acidità e il tannino corrono a prendere possesso delle nostre papille, seguiti dai sentori già avvertiti al naso e adagiati su una lunga scia di liquirizia.

Quando arriva il momento di scoprire la bottiglia e scopriamo che si tratta di un Barolo Riserva Monfortino 2014 di Giacomo Conterno, ci rendiamo conto che non è uno di quegli incontri che capitano facilmente: siamo molto soddisfatti e coscienti di non aver degustato solo un nome e un’etichetta, ma un prodotto – meglio, un progetto – veramente importante. Sì, abbiamo degustato un Monfortino, il mito nato nella storica azienda di Giacomo Conterno, quella che negli anni Venti iniziò a produrre un Barolo Extra, aprendo la via al luminoso futuro di questo nome.

Il Monfortino è prodotto con il Nebbiolo del Vigneto Francia, nel comune di Monforte d’Alba, ed è ormai diventato un simbolo di eccellenza assoluta, un punto di riferimento imprescindibile in ogni parte del mondo. 

Dopo la sosta rivelatoria, ci riprendiamo e proseguiamo la degustazione per cerare di cogliere altre sfumature, aiutati dalla consapevolezza di un grande vino, che un po’ aiuta, e dando il via a un elenco infinito di descrittori e di sensazioni che trasformano l’incontro in un’emozione indimenticabile.

Sento il bisogno di dire grazie a chi mi ha permesso di vivere quest’emozione e mi ha dato gli strumenti per apprezzare fino in fondo questa eccellenza, insegnandomi a descrivere le sensazioni con le giuste parole. Non sempre è facile e da sola non avrei potuto certo farlo.